Discours de l’auteur à l’occasion de la remise du Prix du livre européen 2016
L’anno scorso ho ricevuto l’onore di essere presidente di questo premio letterario. Per due anni sono stato sotto processo in Italia per le mie parole a sostegno delle ragioni e della lotta della Valle di Susa contro lo stupro della loro terra. Questa commissione, nominandomi presidente del premio letterario, dichiarava la più aperta e pubblica difesa di uno scrittore incriminato per le sue parole. Sono stato prosciolto dall’accusa pur avendo continuato a ripetere a oltranza quelle parole incriminate. Il sostegno di questa istituzione e di molte persone hanno imposto questa assoluzione.
Due avvenimenti mi hanno rallegrato nei recenti giorni: la cancellazione dell’oleodotto sulla terra del popolo Sioux in Nord Dakota e l’elezione di un presidente ecologista e europeista in Austria.
Sono segnali che dimostrano questo: è possibile resistere allo stupro della propria terra con un’azione civile, collettiva, pacifica, intransigente. Inoltre è possibile proseguire il viaggio in Europa. Do questo nome all’esperienza e all’esperimento in corso dal 1993: viaggio in Europa. Da quella data l’Europa ha smesso di essere il continente più frammentato, bellicoso e litigioso del mondo, per diventare un atto politico, il maggiore risultato politico del secondo ‘900. Da quella data l’ Europa è in viaggio e io sono un suo viaggiatore. Chi oggi ha venti anni è nato in questo viaggio.
Essere oggi in questa sala, attraversando frontiere aperte, pagando al bar un caffè con una moneta comune, mi rende cittadino, prima che scrittore, europeo.
Provengo dal Mediterraneo, devo alla sua navigazione lo spargimento dei semi che chiamo civiltà. Vengo da una città, Napoli, piantata e irrigata dai Greci. Uso un vocabolario che nominava le molteplici divinità con lettera minuscola.
Ho imparato la lingua latina e la greca, so da dove provengono le parole che dico e scrivo. Conosco la loro biografia e il loro viaggio. Euro è l’antico nome del vento che soffia da oriente. Europa risale al significato greco di ampio sguardo. È quello che serve al viaggiatore.
Il titolo del libro qui premiato, « Il più e il meno », mi è arrivato da un episodio buffo. Un nipotino invitato al compleanno della nonna, invece del solito Buon Compleanno, le dice: » Coraggio nonna, il più è fatto ».
Alla mia età il più è passato, resta da fare il meno, la coda . Ogni macellaio sa che la coda e la parte più dura da scorticare. Intendo agitare questa coda, questa L parte finale, la parte conclusiva, con la migliore tenacia possibile, con la migliore attenzione per un futuro che non abiterò. In questo mi aiuta la pratica di piantare alberi, rinnovare la vita del mio campo. Pianto ulivi non perché mi aspetto di assaggiare il loro olio, ma perché fino all’ultimo istante non crederò alla morte. Credo al futuro dei miei alberi, più che a quello delle mie pagine.
Il più e il meno: a differenza del mio caso, il viaggio dell’Europa è appena cominciato, il meno è dietro di noi, il più è tutt’intero da inventare. Bon courage et bon voyage, Madame Europa.